CAMPIONI DEL MONDO
Esordiamo così, con un sorriso… e una riflessione: è senza dubbio più difficile partire da Sud e conseguire risultati di rilievo globale, nel vino come in altri settori. Molti sono gli ostacoli da superare, i pregiudizi da sfatare, le resistenze da vincere. Nel vino, ad esempio, è più dura farsi spazio nelle carte dei vini, ottenere la visibilità e i ritorni commisurati alla qualità intrinseca della proposta. Ma quando raggiungi lo scopo è più grande la soddisfazione.
E allora la notizia fa ancor più rumore: per la prima volta nella storia un vino del sud Italia è eletto numero uno al mondo. È accaduto negli USA, ad opera della rivista Wine Enthusiast. Questo primato tocca a un vino della Campania, per la precisione dell’Irpinia.
È Stilèma Taurasi DOCG Riserva, millesimo 2018.
Una consacrazione globale per il progetto nato con la vendemmia 2015, realizzato nel nome e nel ricordo della straordinaria figura di Antonio Mastroberardino.
Un grande orgoglio per la nostra famiglia e per tutti i nostri collaboratori. Anche perché è un progetto ricco di contenuti fortemente innovativi per la nostra azienda.
Meglio di ogni altro messaggio può servire riportarsi al commento che la redazione di Wine Enthusiast gli ha dedicato:
“Il progetto Stilèma è stato intrigante sin dal principio, e questo Taurasi non fa che accrescere l’entusiasmo. A prima vista, potrebbe spiazzarvi. La bottiglia non assomiglia a nulla che abbiate mai visto prima, e il vino alla degustazione vi appare diverso da qualsiasi altro che abbiate assaggiato in precedenza.
Non perdetevi d’animo. Questo vino vi sorprenderà meravigliosamente, sotto ogni punto di vista: profondamente legato alla tradizione e più imbevuto di storia del Radici Taurasi Riserva, e ad un tempo così vibrante di vita e prospettive.
È un vino che vi convince che, nonostante le apparenze, andrà tutto bene.“
Mastroberardino.
del progetto
Il Progetto Stilèma
La prima preoccupazione di Antonio Mastroberardino, mio padre, consisteva nell’alimentazione di un programma di ricerca continuo, che consentisse di mantenere saldo il legame tra i caratteri dei vini di famiglia che aveva conosciuto nella sua fanciullezza e i successi che nel frattempo mieteva un po’ ovunque nel mondo.
La sua idea di vino evolveva con lui, con le sue esperienze e col maturare delle convinzioni in merito al potenziale di quei vitigni e di quelle contrade. Era saldamente ancorato ai classici, alla forza espressiva della viticoltura delle origini, eppure straordinariamente proiettato verso l’innovazione, il futuro. Il progetto Stilèma, a lui dedicato, prende le mosse dalla sua visione del mondo.
L’idea di ripercorrere a ritroso l’asse del tempo, per ritrovarvi i tratti della modernità di quei vini, si impose con forza cristallina. Rividero così la luce, a partire dal 2014, proprio in concomitanza con la scomparsa di Antonio, e quale tributo all’evoluzione stilistica che Egli aveva saputo imprimere ai vini di Casa Mastroberardino, protocolli di lavoro ed esemplari di vini in grado di riconnettere le esperienze in vigna e in cantina delle epoche trascorse con quelle attuali, e di aprire nuove traiettorie di sviluppo.
Con il nome Stilèma si è voluto così evidenziare lo studio filologico dell’evoluzione stilistica che Antonio impresse ai tre grandi vini d’Irpinia, il Taurasi, il Fiano di Avellino, il Greco di Tufo. Ne sono scaturiti tre vini fortemente evocativi, ad un tempo capaci di rappresentare le più elevate espressioni di tali pilastri della viticoltura d’Irpinia e nazionale. Per ciascuno di essi, il pensiero è rivolto ai lunghi affinamenti e invecchiamenti, un carattere distintivo in grado di contraddistinguere l’unicità del territorio irpino.
Le scelte in vigna
La gestione della viticoltura in Casa Mastroberardino ha vissuto fasi di rilevante cambiamento negli ultimi settant’anni. In origine, e fino alla fine degli anni Sessanta, in ragione delle asperità territoriali, delle connesse criticità tecnico-agronomiche e infrastrutturali, la ricerca della massima espressione di ciascun vino era effettuata attraverso l’assemblaggio delle migliori uve provenienti da differenti micro-ambienti. Si procedeva dunque a identificare il potenziale espressivo dei diversi siti, ma nell’ottica di conseguire, attraverso gli assemblaggi, i migliori caratteri nei vini che ne sarebbero scaturiti.
Nel 1968 Antonio Mastroberardino conduce un primo esperimento di zonazione ante litteram nell’area del Taurasi, producendo, in quella vendemmia che diverrà leggendaria per l’intera produzione enoica nazionale, tre diversi cru (Montemarano, Castelfranci, Piano d’Angelo). Quella perimetrazione proseguì negli anni successivi e fu la base per l’avvio del progetto dei cru di famiglia, che vede la luce a partire dalla fine degli anni Settanta. In questa nuova visione la ricerca sposta l’attenzione da una prospettiva di assemblaggio ad una tesa ad estrarre da ciascun micro-ambiente, selezionato come di particolare vocazione, la massima espressione di ciascun vitigno.
Nascono così dapprima Radici Fiano di Avellino, Novaserra Greco di Tufo, Radici Taurasi, e più avanti More Maiorum, Naturalis Historia, Morabianca, Redimore. Il progetto Stilèma riporta il degustatore indietro nel tempo, riproponendo l’idea più classica dei tre grandi vini d’Irpinia quale frutto di assemblaggio tra uve di diversi siti. Si possono così ricongiungere nel caso del Taurasi i caratteri di frutto più intenso e cupo delle fredde zone montane a meridione dell’areale con quelli più delicati di piccoli frutti rossi provenienti dalle fasce collinari a settentrione, nel caso del Greco di Tufo le note sulfuree del versante occidentale con quelle agili e verticali di quello orientale, nel caso del Fiano di Avellino i caratteri graffianti di roccia umida di un versante con quelli salini e iodati dell’altro, raccolti insieme dalle eleganti nuance fumé.
Le scelte di cantina
Raccolte le uve, il progetto Stilèma percorre due direttrici divaricanti tra bianchi e rossi quando si giunge in cantina.
Per i bianchi la ricerca stilistica pesca nella memoria dei Fiano e dei Greco degli anni Settanta, opulenti e maturi, figli di vinificazioni prolungate e di rilasci ritardati. Così per entrambi gli esemplari della viticoltura irpina a bacca bianca viene condotta la fermentazione malolattica, che dona vini densi e persistenti, con profili olfattivi che aprono a note di frutta secca, fiori appassiti, erbe aromatiche, frutta matura.
La fase di affinamento si realizza su fecce integrali di fermentazione per circa 24 mesi, liberando straordinari caratteri di sapidità e longevità. Circa il 10% fermenta e affina per 12 mesi in legno. Ulteriori 24 mesi almeno trascorrono in affinamento in bottiglia, prima di rilasciare questi cavalli di razza alle esperienze di degustazione degli appassionati. Per la parte a rosso del progetto, focalizzata sul Taurasi, il percorso è in direzione opposta. Qui la ricerca filologica si protende indietro nel tempo sino a rileggere la chiave stilistica dei Taurasi di famiglia degli anni
Cinquanta, Sessanta, Settanta, ovvero grande agilità, eleganza, finezza, profondità, essenzialità nel frutto, ampiezza nelle spezie. Le macerazioni così tornano brevi, 7-8 giorni, a temperature più basse (18-20°C) al fine di modulare l’estrazione delle componenti fenoliche. Per l’affinamento s’impiegano legni non nuovi, per serbare la finezza espressiva dei caratteri varietali dell’Aglianico. Almeno 24 mesi trascorrono tra botti di rovere di Slavonia di circa 50 ettolitri e barrique di rovere francese. Segue un lungo affinamento in bottiglia fino al rilascio, che avviene di norma dopo almeno sei anni dalla vendemmia.
I caratteri straordinariamente irpini della vendemmia 2018
In questo periodo dell’anno, come da tradizione in casa Mastroberardino, ci prepariamo a un rito che si rinnova: la presentazione della nuova annata della Riserva del Taurasi. È un momento atteso, quasi solenne, in cui apriamo le porte del nostro tempo agli appassionati di tutto il mondo, condividendo il frutto di anni di paziente lavoro.
È il vino che più di ogni altro incarna la profondità, l’ampiezza e l’essenza del nostro territorio. È la voce dell’Irpinia che ha imparato a parlare il linguaggio del silenzio, della lentezza, della memoria. E tra tutte le nostre espressioni, lo Stilèma Taurasi Riserva è quella che cerca di cogliere l’essenza: lo specchio più intimo di ciò che siamo, e di ciò che questo vino può diventare.
Dopo quasi sette anni di affinamento in cantina, come da nostra abitudine, l’annata 2018 si presenta oggi con il suo passo elegante e la sua finezza disarmante. È una vendemmia che merita un segno speciale sul calendario. Una di quelle che restano nella memoria, per come ha saputo unire freschezza e armonia, pulizia espressiva e autenticità territoriale. Un’annata profondamente irpina. L’inverno innevato ha regalato riserve idriche preziose e un clima ideale per una maturazione lenta e regolare. Le alternanze tra sole, piogge leggere e brezze asciutte hanno disegnato una stagione viticola quasi perfetta, culminata in una raccolta di uve spettacolari per sanità e precisione aromatica.
Il 2018 ci regala tre diverse e straordinarie espressioni della Riserva del Taurasi:
• Radici Taurasi Riserva, sinonimo di profondità
• Naturalis Historia Taurasi Riserva, emblema di ampiezza
• Stilèma Taurasi Riserva, custode dell’essenza
Benvenuti nel tempo del Taurasi Riserva 2018.
Un tempo profondo, ampio, essenziale.
Le tre anime della Riserva del Taurasi
Radici. Naturalis Historia. Stilèma.
Tre stili, un’identità.
Ogni annata del Taurasi Riserva di casa Mastroberardino è un viaggio attraverso la geografia interiore dell’Irpinia.
Ma è la vendemmia 2018, in particolare, a regalarci un trittico di interpretazioni straordinarie.
Tre vini diversi, un’unica matrice territoriale. Tre modi di raccontare il tempo, la terra, il gesto.
Profondità. Ampiezza. Essenza.
RADICI TAURASI RISERVA 2018
Radici è il nostro grande classico. Un vino che nasce dalla storica tenuta di famiglia a Montemarano, una delle zone più alte e fredde dell’areale taurasino. Qui il clima è aspro, montano, e il carattere del vino ne riflette l’impronta. Radici è austero e muscoloso, eppure sempre elegante. È il vino che più di ogni altro incarna la nobiltà dei vini di montagna. Ma ciò che davvero lo distingue è la sua profondità: Radici è un vino dagli strati infiniti, che si svelano a poco a poco, sorso dopo sorso. Un vino verticale, senza fine. Ogni degustazione è una scoperta, un passo in più verso il cuore nascosto del Taurasi.
NATURALIS HISTORIA TAURASI RISERVA 2018
Naturalis Historia racconta un’altra anima del Taurasi. Le sue uve provengono dalla tenuta di Mirabella Eclano, zona collinare, dolce, dove il clima è più mite, le temperature medie più alte, la vendemmia più precoce. Qui, in un vigneto di circa 60 anni, si sviluppa un equilibrio naturale che regala morbidezza e avvolgenza. Anche l’elevazione in legno è differente rispetto a Radici, contribuendo a un profilo più caldo, più aperto. Naturalis Historia è un vino che si esprime in ampiezza: ti viene incontro, ti abbraccia, ti avvolge in un’esperienza sensoriale piena, ampia, generosa.
STILÈMA TAURASI RISERVA 2018
Stilèma è il più giovane dei nostri Taurasi, eppure oggi è il Re di questa nobile famiglia. Un progetto recente, nato da una visione antica: quella precedente agli anni ’70, quando il Taurasi non era ancora “cru”, ma frutto di un sapiente assemblaggio di uve provenienti da diversi siti, per valorizzare tutta la complessità territoriale dell’Irpinia. Stilèma segue una logica di sottrazione. È il vino della leggerezza, della trasparenza, dell’agilità. Nel calice si mostra puro, vivo, fresco. Evoca i Taurasi degli anni ‘50 e ‘60, quei vini che, dopo il drammatico secondo dopoguerra, riportarono – come già era accaduto dalla fine dell’800 alla fine degli anni ’30 del secolo scorso, l’Irpinia del vino all’attenzione del mondo, grazie alla visione del Cavaliere del Lavoro Antonio Mastroberardino. Stilèma è la nostra idea di equilibrio tra classicità e futuro. È un vino che non impone, ma sussurra. Non mostra, ma rivela. Non aggiunge, ma toglie. Ed è proprio in questa essenzialità che risiede la sua forza artistica. Stilèma è l’essenza. Nulla di più di ciò che serve per vivere una grande esperienza di degustazione.
Stilèma Taurasi DOCG Riserva 2018
Dopo quasi sette anni di affinamento in cantina, Stilèma Taurasi Riserva 2018 si presenta oggi con un passo misurato, profondo ed elegante, come le grandi annate sanno fare. È l’esito di una vendemmia che potremmo definire ideale, da segnare tra quelle indimenticabili in Irpinia: l’inverno nevoso ha fornito preziose riserve idriche, e l’alternanza regolare di sole, piogge leggere e brezze asciutte ha garantito una maturazione lenta e completa delle uve di Aglianico, raccolte in perfetto stato sanitario e con una definizione aromatica impeccabile. Una stagione viticola quasi perfetta, che ha donato vini dall’equilibrio raro, dove freschezza, tensione e armonia si intrecciano con autenticità territoriale.
Il calice si veste di un rubino granato profondo e luminoso. Al naso, l’impatto è raffinato e stratificato, con un incedere inizialmente austero ma subito avvolgente. Si percepiscono note salmastre e minerali (catrame caldo, fumo vulcanico, petrolio), seguite da un cuore fruttato succoso e maturo, con prugne nere, fichi caramellati, ciliegie scure, e fragoline essiccate. Il quadro olfattivo si arricchisce di profumi mediterranei di timo, alloro, tè nero e un tocco agrumato di scorza d’arancia. Non mancano accenni più evoluti di resina, tabacco dolce, spezie tostate e legno nobile che confermano la nobiltà dell’affinamento.
Il sorso è coerente, solido e verticale. L’attacco è avvolgente, poi teso, con una struttura dinamica e un corpo pieno ma mai pesante. La trama tannica è fitta, cesellata, come ferro battuto levigato, a sostenere un centro bocca succoso, dove frutti rossi maturi e agrumi dolci convivono con una spalla salina e minerale che richiama il carattere vulcanico dei suoli irpini. L’acidità ben integrata dona ritmo e slancio, mentre il finale è lungo, persistente ed elegante, con ritorni di erbe grigliate, spezie scure e frutta sotto spirito.
Nel panorama dei Taurasi 2018, questa Riserva si distingue per coesione, precisione espressiva e autenticità, riuscendo a coniugare l’identità territoriale e la purezza varietale dell’Aglianico con lo stile Stilèma: sobrio, colto, misurato, eppure vibrante ed emozionale. In una sola parola: essenziale.
Un rosso profondamente irpino, classico eppure contemporaneo, pronto a emozionare fin d’ora, ma capace di evolvere ancora per molti anni.
I Premi già conquistati da Stilèma Taurasi DOCG 2018 Riserva
An irresistibly savory nose with hot tar, low tide and petrol, then bursts with juicy, almost spicy figs and plums. The palate turns warmer and sweeter with bright ripe red berries and citrus, bound up in sleek tannins are nonetheless powerful, polished wrought iron. The Stiléma project has always been intriguing, and this Taurasi only adds to the excitement.
Danielle Callegari
Herbal aromas of tea, dried thyme, bay leaves and touches of dried strawberries and orange rind. Medium- to full-bodied with a thread of silky fruit balanced by fresh acidity and a juicy character, but very polished and seamless. Solid and cohesive, with a long, persistent and elegant finish. Pure Aglianico. Drink now or hold.
Jacobo Garcia-Andrade Llamas
Always a standout from the region, Mastroberardino overdelivers on regional and varietal character while maintaining classic lines even in the most challenging years. The big topic here was the 2018 vintage, a warm year marked by constant precipitation, resulting in higher yields and, at times, dilution among many portfolios in Campania. However, it’s difficult to fault the 2018 Riservas here. Yes, they are more forward and their tannins more rounded, but these wines are still classically styled. The Naturalis Historia is the most balanced wine in the lineup (and also one of the most improved wines in the portfolio), but the Riserva is not far behind. The 2020 Radici is likewise more forward in style and should drink well after a few more years in bottle.
Eric Guido
The Mastroberardino 2018 Taurasi Riserva Stiléma shows a dark personality with tarry spice, hydrocarbons and resin. You get dried fruit aromas, blackcurrant and cherry, but spice and grilled herb are what you notice first. You’ll also recognize volcanic smoke and mineral. This is a mid-weight red made with Aglianico, and it ends with pretty freshness.
Monica Larner
Rubino granato vivo e intenso. Molto nitido al naso, con note di ciliegia scura, prugna, tabacco e accenni speziati. Sapore deciso, teso, salino, elegante, dinamico, con tannini appena accennati a sostegno di un corpo di ottimo spessore.
Daniele Cernilli